Epatite E: una vecchia infezione con nuove implicazioni

La disponibilità di derivati del sangue sicuri è un importante problema di sanità pubblica.

Miglioramenti nella screening dei donatori e dei metodi di rimozione ed inattivazione di patogeni, l’uso di test sierologici con maggiore efficacia diagnostica e l’introduzione del test (NAT) hanno portato a una sostanziale diminuzione delle infezioni trasfusione-trasmesse nelle ultime due decadi. Tuttavia, scorte di sangue restano vulnerabili ad infezioni emergenti e riemergenti. In anni recenti, numerosi agenti infettivi in tutto il mondo sono stati identificati o riconsiderati come potenziali minacce all’uso del sangue e dei suoi derivati.

Il virus dell’epatite E (HEV) è stato a lungo considerato un virus che viene trasmesso per via gastroenterica e che provoca una epatite virale acuta autolimitante. La malattia è endemica in molti paesi in via di sviluppo, ma negli ultimi anni un crescente numero di infezioni da ceppi HEV autoctoni e sporadici sono stati descritti in paesi sviluppati. Questo virus di solito provoca un epatite acuta autolimitante, ma in alcuni casi può causare insufficienza epatica fulminante, soprattutto in gruppi a rischio come gli anziani, le donne in gravidanza e pazienti con malattia epatica pre-esistente o quelli immunocompromessi. Inoltre, recenti studi di sieroprevalenza stanno mettendo in discussione il concetto della scarsa diffusione di HEV in paesi sviluppati.

Questa review mira a fornire una visione completa di HEV e il suo possibile “ruolo”, la sua importanza nella medicina trasfusionale.


 

Blood Transfus. 2015 Jan; 13(1): 6–20.

Hepatitis E: an old infection with new implications

Giuseppe Marano,1 Stefania Vaglio,1,2 Simonetta Pupella,1 Giuseppina Facco,1,3 Maria Bianchi,1,4 Gabriele Calizzani,1 Fabio Candura,1 Liviana Catalano,1 Blandina Farina,1 Monica Lanzoni,1,5 Vanessa Piccinini,1 Giancarlo M. Liumbruno,1 and Giuliano Grazzini1