La possibilità che le malattie da prioni possano essere trasmesse attraverso le componenti del sangue e/o i prodotti al plasma è chiaramente dimostrata dal rilievo dell’accumulo di prioni nel tessuto linfoide periferico nei soggetti con diagnosi di vCJD. Una serie di studi sui tessuti dell’appendice, nel Regno Unito, ha dimostrato l’accumulo dei prioni in circa 1 su 2000 degli individui testati, così sollevando preoccupazione sulla possibilità di infezione subclinica legata a trasmissione di prodotti di origine umana, quali sangue, plasma, tessuti, e organi, oltre che da procedure interventistiche mediche e chirurgiche, con conseguente potenziale infezione della popolazione sana. Queste preoccupazioni hanno prodotto significativi cambiamenti nei criteri di selezione dei donatori a livello internazionale, nella lavorazione del sangue nel Regno Unito, con l’introduzione della leucodeplezione, e nell’uso del plasma destinato al frazionamento.
L’autore discute inoltre degli sforzi in corso per lo sviluppo di test per l’identificazione della variante subclinica CJD e dei filtri usati per la riduzione della carica prionica nei componenti del sangue, tecnologie che non hanno tuttavia raggiunto l’implementazione clinica nella routine.
Sciencedirect, Handbook of Clinical Neurology, 2018
Safety of blood, blood derivatives, and plasma-derived products
Marc L.Turner