In questa lettera all’editore gli autori si propongono di condividere con altri esperti in emofilia
la propria esperienza nella diagnosi di un’insolita mutazione del F8 in una portatrice di Emofilia A.
La “propositus” era una donna di 30 anni che nel 1998era stata sottoposta ad indagine come potenziale portatrice non aveva alcuna storia personale emorragica, ma suo fratello era morto per emorragia cerebrale post-traumatica all’età di 21 anni, essendo affetto da emofilia A con inibitori. Suo nonno materno, affetto da Emofilia A, era morto all’età di 32 anni per emorragia cerebrale causata da una caduta da cavallo. I test di screening risultavano normali. E’ noto che tra le portatrici, i livelli di FVIII:C possono variare considerevolmente e livelli superiori al 50/% non sono rari. Poiché il fratello del propositus deceduto nel 1982 non era stato sottoposto alla tipizzazione genetica della sua Emofilia, nel tentativo
di offrire una diagnosi genetica preconcezionale alla propositus, è stato estratto il DNA di suo fratello
dal sangue essiccato che era stato raccolto 22 anni prima su carta assorbente.
Le indagini eseguite in occasione della prima gravidanza, della seconda e della terza gravidanza non hanno consentito di rilevare alcuna mutazione patogena.
Soltanto l’impiego del test MLPA (Multiplex Ligation-dependent Probe Amplification), ha portato al riscontro di una grande delezione a carico del F8 comprendente gli esoni 1-9.
Il complesso caso presentato in questa lettera al direttore dimostra l’importanza di introdurre, nella routine diagnostica molecolare standard, tecniche complementari come MLPA o NGS (Next Generation Sequencing) al fine di ampliare la spettro di rilevamento delle mutazioni. Infatti, le metodologie disponibili per rilevare varianti del numero di copie (CNV (Copy Number Variants), delezioni e duplicazioni) ora include CSGE, array-based ibridazione genomica comparativa (aCGH), MLPA, e più recentemente, l’uso di NGS per genomica o sequenze esoniche.
Se la profondità di sequenziamento di quest’ultima tecnica è >50 , questa è ora considerata una strategia efficace ed efficiente per rilevare queste particolari varianti patogene. Fino a quando non si acquisisce più esperienza con NGS come tecnica unica per identificare una portatrice di una delezione/inserimento patogeno di F8, può essere ancora necessaria un’ulteriore conferma da parte di MLPA o di tecniche sensibili CNV simili.
In questa lettera all’editore gli autori si propongono di condividere con altri esperti in emofilia
la propria esperienza nella diagnosi di un’insolita mutazione del F8 in una portatrice di Emofilia A. In essa viene dimostrato come le tecniche tradizionali di tipizzazione genetica possono non essere sufficienti a rilevare alcune delezioni. In questo caso, solo dopo 20 anni e con l’uso del MLPA, è stato possibile definire le caratteristiche genetiche di questa portatrice che presentava una larga delezione del gene F8.
Haemophilia. 2020;00:1–4.
Titolo: The diagnosis of a haemophilia A carrier over 2 decades
Autore/i Dubé E., Gauthier J., Merlen C., Bonnefoy A., Couture F., Lillicrap D., Rivard G.E.