Sintesi delle recenti evidenze in merito allo sviluppo di coagulopatia in corso di COVID-19 pubblicata sulla versione Italiana della rivista “Blood” online.
Molte infezioni sistemiche gravi tendono a determinare attivazione della coagulazione con rischio di sviluppo di complicanze trombotiche e/o emorragiche. Le evidenze in atto disponibili su COVID-19 confermano tale rischio e nello specifico il riscontro di alterazioni significative dei test di coagulazione di I livello e di D-Dimero sono stati associati a incrementato rischio di mortalità.
Nel corso dell’infezione da COVID19, la maggior parte dei pazienti critici manifesta inizialmente danno a carico di un singolo organo e in alcuni casi progredisce verso una malattia sistemica con disfunzione multiorgano secondaria. Uno dei più importanti e conclamati fattori prognostici sfavorevoli nel corso di COVID-19 è rappresentato dallo sviluppo di una coagulopatia. Nello specifico, coagulopatia ed elevati livelli di D-dimero rappresentano fattori prognostici sfavorevoli nel paziente con grave infezione da SARS-Cov2 e sono stati negativamente correlati alla sopravvivenza . Il lavoro rivede in sintesi gli aspetti biologici e clinici delle coagulopatie in corso di COVID-19 e fornisce riferimenti bibliografici alle più recenti evidenze in tal senso.
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