Negli Stati Uniti recentemente è stato segnalato un aumento del numero di focolai di epatite A. Sebbene la presenza dell’RNA di virus dell’epatite A (HAV) nei donatori di sangue sia notoriamente bassa, la prevalenza di anticorpi HAV in questa popolazione non è nota.
Campioni da 5001 donatori di sangue statunitensi raccolti principalmente nel Midwest degli Stati Uniti nel 2015 sono stati testati per la presenza di anticorpi IgG anti-HAV utilizzando saggi immunologici a microparticelle chemiluminescenti sulla piattaforma ARCHITECT (Abbott Laboratories).
La prevalenza complessiva di IgG anti-HAV era del 60%. Un campione era IgM anti-HAV positivo, con un’incidenza dello 0,02%. La prevalenza di IgG anti-HAV tra i donatori di età compresa tra 16 e 19 anni era del 67%, ridotta al 54% tra i donatori di età compresa tra 40 e 49 anni e aumentata al 70% tra i donatori di età compresa tra 80 e 93 anni. Nessuna differenza è stata osservata per sesso con prevalenza complessiva di IgG anti-HAV del 61% e 60% rispettivamente per maschi e femmine. Tra i cinque stati (Illinois, Indiana, Kansas, Kentucky e Missouri) con il maggior numero di donatori testati, la prevalenza di IgG anti-HAV nel Missouri (65%) era significativamente più alta (p <0,01) rispetto a quella dell’Illinois (52% ) o Kentucky (59%). Non sono state notate altre differenze significative tra gli stati.
Questo studio dimostra la presenza di alti tassi complessivi di IgG anti-HAV nei donatori di sangue statunitensi, con la possibilità anche se bassa di trasmissione del virus dell’epoatite A con le trasfusione.