Prevalenza, incidenza e rischio residuo di virus dell’epatite C e del virus dell’immunodeficienza umana trasmessi per via trasfusionale dopo l’implementazione del test dell’acido nucleico in Italia: un sondaggio di 7 anni (2009-2015)

Abstract

BACKGROUND:

 

In Italia il test dell’acido nucleico (NAT) è diventato obbligatorio per il virus dell’epatite C (HCV) nel 2002 e per il virus dell’immunodeficienza umana (HIV) e dell’epatite B nel 2008. Lo scopo di questo studio era monitorare l’incidenza e la prevalenza delle infezioni da HIV e da HCV nei donatori di sangue italiani e l’attuale rischio residuo di queste infezioni dopo l’introduzione di NAT.

MATERIALI E METODI:

Il sistema nazionale italiano di sorveglianza del sangue include i dati dei test utilizzati per lo screening delle infezioni trasmissibili per trasfusione. Durante il periodo di questo sondaggio (2009-2015), i metodi NAT utilizzati erano il test di amplificazione mediato dalla trascrizione, per i singoli test del donatore e l’analisi della reazione a catena della polimerasi, principalmente per pool di sei donatori. Sono stati calcolati prevalenza e incidenza. Sono state applicate tre formule pubblicate per stimare il rischio residuo (il modello del rapporto periodo finestra e le formule raccomandate dall’Agenzia europea del farmaco e dall’Organizzazione Mondiale della Sanità).

RISULTATI:

Complessivamente, 12.258.587 donatori di sangue e 21.808.352 donazioni sono stati testati per HCV e HIV. La prevalenza dell’HCV è diminuita da 110,3 × 105 a 58,9 × 105 negli anni 2009 e 2015, rispettivamente, mentre quella dell’HIV è rimasta stabile nel tempo (15,5 × 105 rispetto a 15,4 × 105). L’incidenza dell’HCV è diminuita da 3,19 × 105 nel 2009 a 1,58 × 105 nel 2015, mentre l’incidenza dell’HIV non ha mostrato fluttuazioni significative (incidenza media 4,9 × 105). Il rischio residuo che un’unità infetta entri nel ciclo del sangue  donato è stato stimato in 0,077 × 106 o 1 su 12.979.949 donazioni per HCV e 0.521 × 106 o 1 su 1.917.250 per HIV, secondo il modello di rapporto periodo finestra, e inferiore utilizzando le altre due formule.

DISCUSSIONE:

L’infezione da HCV è diminuita nel tempo sia nei donatori alla prima visita, sia in quelli periodici alle visite successive alla prima, mentre i dati per l’infezione da HIV sono stabili. Tutti e tre i metodi impiegati in questo studio hanno mostrato che il rischio residuo di trasmettere HCV o HIV attraverso un’unità di sangue infetto è attualmente molto basso in Italia, ma ci sono notevoli differenze nelle stime tra i metodi. Pertanto, l’armonizzazione di questi metodi è consigliabile.


Blood Transfus. 2018 Jun 26:1-12. doi: 10.2450/2018.0069-18. [Epub ahead of print]

Velati C, Romanò L, Piccinini V, Marano G, Catalano L, Pupella S, Facco G, Pati I, Tosti ME, Vaglio S, Grazzini G, Zanetti A, Liumbruno GM