Dall’ Ottobre del 2013 si sta registrando dalla Polinesia Francese ad altre isole del pacifico, fino al Brasile e ad altri paesi delle Americhe, la più vasta epidemia da Zika virus mai riportata, con milioni di casi d’infezione autoctona e sporadica diffusione nel continente europeo ed in Oriente di casi provenienti dai paesi endemici. La febbre di Dengue rappresenta, altresì, una minaccia per la maggior parte dei Paesi tropicali e sub-tropicali con una stima di 50-100 milioni di casi d’infezione, 20000 morti all’anno ed un incremento di circa 30 volte dell’incidenza rispetto ai precedenti 50 anni. Il principale, ma non esclusivo, vettore di entrambe le infezioni è la zanzara ‘Aedes aegypti’. Questi ed altri virus iniziarono ad emergere millenni fa, quando nei villaggi Nord africani si iniziò a conservare nelle abitazioni l’acqua, che, accogliendo le uova depositate dalle zanzare, alimentava il ciclo di trasmissione umana. Per queste infezioni non esistono trattamento specifico (solo riposo a letto ed eventuale terapia di supporto), né vaccini attualmente disponibili. Le misure ambientali per ridurre la diffusione della zanzara vettrice rappresentano, pertanto, l’approccio più efficace per il controllo dell’infezione. Strategie primarie con l’impiego di insetticidi per ridurre la fonte larvale hanno dimostrato efficacia assai variabile; la possibilità di alterare la capacità riproduttiva delle zanzare vettrici attraverso il batterio simbionta Wolbachia e tecniche di modificazioni genetiche delle zanzare richiedono, ad oggi, ancora conferme prima di ulteriore implementazione su larga scala. In questo studio recentemente pubblicato su ‘Plos One’, Orsborne e coll. hanno dettagliatamente testato in laboratorio l’azione protettiva dal morso della zanzara vettrice degli indumenti trattati con permetrina. Questa sostanza appartiene alla famiglia dei piretroidi ed agisce come neurotossina, prolungando l’apertura dei canali del sodio a livello delle membrane cellulari del tessuto nervoso e muscolare, e determinando alla fine paralisi nervosa. Viene già utilizzata in agricoltura per disinfestare le colture o per eliminare parassiti dei polli od umani, come il pidocchio e la scabbia, e per tenere sotto controllo scarafaggi, termiti, tarli e formiche sia in ambiente domestico che industriale. La permetrina elimina acari e zecche al semplice contatto con tessuti trattati. Secondo studi del Connecticut Department of Public Health ha una bassa tossicità per i mammiferi, un limitato assorbimento cutaneo e raramente causa reazioni allergiche. Viene, quindi, utilizzata anche sui cani per eliminare gli stessi parassiti e per tenere lontano zanzare e pappataci responsabili della trasmissione della malaria e leishmaniosi; non va utilizzata sui gatti, carenti degli enzimi necessari ad eliminare dal loro organismo la molecola di permetrina, con rischio mortale per diffusione anche attraverso le vie aeree.
Nello studio gli Autori dimostrano che gli indumenti trattati con permetrina forniscono significativa protezione contro l’approdo ed il morso della zanzara ‘indice’ ed hanno un rilevante effetto sull’indebolimento e morte delle stesse. Nei test effettuati in stanze ‘a volo libero’, gli indumenti trattati fornivano la più alta protezione se indossati come pantoloni lunghi e magliette a manica lunga, riuscendo a prevenire il morso nel 91% dei casi; tale percentuale si riduceva in caso di pantaloncini e magliette a manica corta, attestandosi comunque al 49%, senza mostrare differenze sulla riduzione dell’approdo, in entrambi i casi ridotto del 25% circa. Il noto effetto di ”eccito-repellenza” della permetrina si traduceva in ridotti tentativi di approdo ed aumentata attività di volo delle zanzare. Pur esistendo ceppi di zanzare permetrina-resistenti, non si rilevava alcuna differenza significativa in termini di approdo e morso, in quanto le zanzare permetrina-resistenti si mantenevano più a lungo a contatto con la permetrina, finendo comunque per patirne le analoghe conseguenze. Sebbene la tossicità della permetrina non sia stata direttamente misurata in questo studio, molteplici studi hanno già dimostrato che l’assorbimento cutaneo da indumenti trattati è significativamente al di sotto delle soglie raccomandate; la quantità residua di permetrina trasferita sulla cute dagli indumenti trattati è stata bassa in questo studio, risultando, comunque, sufficiente ad indebolire od eliminare le zanzare anche solo 1 h dopo aver indossato gli indumenti stessi. L’efficacia della permetrina diminuiva, infine, durante i processi di lavaggio in lavatrice, riducendosi di circa 3 volte dopo 10 lavaggi e suggerendo l’opportunità di un ri-trattamento dopo i primi 5.
In sintesi, gli indumenti trattati con permetrina si sono dimostrati protettivi contro il morso della zanzara ‘Aedes aegypti’, anche quando non adeguatamenti coprenti, rappresentando, così, una potenziale risorsa supplementare nel contrasto alla diffusione delle due emergenti infezioni virali trasmesse da artropodi. Sarà importante verificare su più ampia scala i fattori che influenzano l’efficacia e la durata della protezione, come la persistenza dell’impregnazione dopo ripetuti lavaggi e le tecniche di trattamento, per valutare il reale impatto di questa strategia di prevenzione.
Personal Protection of Permethrin-Treated Clothing against Aedes aegypti, the Vector of Dengue and Zika Virus, in the Laboratory.
Orsborne J, DeRaedt Banks S, Hendy A, Gezan SA, Kaur H, Wilder-Smith A, Lindsay SW, Logan JG.
PLoS One. 2016 May 17;11(5):e0152805. doi: 10.1371/journal.pone.0152805. eCollection 2016.