Sono stati di recente pubblicati da Haemophilia i risultati di una survey condotta dall’Associazione Italiana dei Centri Emofilia (AICE) nel 2013 circa gli aspetti ancora oggetto di controversie nel trattamento dell’emofilia. Nel questionario, al quale hanno risposto 40 dei 52 Centri Emofilia italiani, grande attenzione viene dedicata alla scelta tra plasmaderivati e ricombinanti per la terapia sostitutiva dei pazienti emofilici.
Nonostante l’assenza di complicanze infettive segnalate con l’uso di plasmaderivati da oltre 25 anni e le incertezze su un possibile diverso rischio di sviluppo di inibitore, la grande maggioranza degli specialisti italiani del settore (80%) continua a ritenere la sicurezza infettiva nei confronti dei patogeni noti, ma soprattutto di quelli emergenti o ignoti, la principale esigenza da soddisfare nella scelta del tipo di concentrato. Ciò porta la quasi totalità dei rispondenti (95%) a preferire i concentrati ricombinanti come prodotti di prima scelta per i pazienti mai precedentemente trattati. Tra gli altri temi discussi, l’adozione della profilassi primaria, secondaria e nel paziente con inibitore e la scelta di intraprendere l’induzione di immunotolleranza nel bambino e nel paziente con inibitore di vecchia data.