Il gruppo di Uchida et al dell’Università di Tokyo testa per la prima volta la molecola ACE 910 sull’uomo. In particolare, in questo studio di fase I, comparso su Blood nel 2015, 64 soggetti sani di sesso maschile (40 giapponesi e 20 caucasici) sono stati randomizzati a ricevere ACE910 alla dose di 1 mg pro Kg di peso o placebo al fine di ottenere informazioni dettagliate sul profilo farmacocinetico, farmacodinamico, oltre che di sicurezza e tollerabilità del farmaco.
ACE910 è un anticorpo monoclonale di classe IgG che, legandosi simultaneamente al FIX ed al FX, per i quali possiede siti di legame specifici, simula una funzione cofattoriale analoga a quella svolta in condizioni fisiologiche dal FVIII, di cui i soggetti affetti da Emofilia A sono deficitari. In altre parole esso mima la funzione del FVIII senza sostituirsi ad esso.
I vantaggi rispetto alla terapia sostituiva convenzionale a base di concentrato di FVIII, sono rappresentati dalla somministrazione sottocutanea anziché endovenosa, dal buon profilo di tollerabilità, in assenza di aumentato rischio tromboembolico; l’emivita plasmatica del farmaco è inoltre sensibilmente prolungata rispetto ai trattamenti standard, con il non trascurabile beneficio di somministrazioni più diradate nel tempo.
Di fatto con l’avvento di ACE910 il concetto di terapia bypassante, pietra miliare del trattamento dell’emofilia con inibitori e dell’emofilia acquisita, è per la prima volta applicato all’emofilia congenita non complicata e si candida a diventare, prima ancora che la terapia genica risulti concretamente disponibile per la maggioranza dei pazienti, una alternativa efficace e vantaggiosa rispetto al trattamento convenzionale dell’Emofilia A.
Blood. 2016 Mar 31;127(13):1633-41
A first-in-human phase 1 study of ACE910, a novel factor VIII-mimetic bispecific antibody, in healthy subjects.
Uchida N, Sambe T, Yoneyama K, Fukazawa N, Kawanishi T, Kobayashi S, Shima M